IL PROGETTO “BORGO
AMIGÓ”: L’IDEARIO
Con
"Ideario" intendiamo riferirci agli orizzonti di senso, alle linee
guida, ai fondamenti, agli obiettivi globali che ispirano e orientano
l'agire educativo con i ragazzi che usufruiscono dei servizi offerti dal Borgo Amigó; in
una parola è il basamento fìlosofìco e culturale sul quale poggia l'itinerario educativo.
1. I
punti di riferimento
La concezione cristiana dell'uomo, della vita
e del mondo
L’agire
educativo non è neutro ma ha di mira delle proposte di vita che l’educando,
nella sua libertà, potrà accettare o non accettare. E’ fondamentale, quindi,
l'ideale di uomo che si propone! Ebbene l'idea di uomo che guida l'azione educativa al
Borgo Amigò è quella cristiana. Un uomo che allo stesso tempo è finito (cioè
con dei limiti imposti dalla sua natura) ma nello stesso tempo capace di trascendersi
perché aperto all'infinito; un uomo in grado di riprogettarsi fino a raggiungere
la sua realizzazione.
Un
uomo, tuttavia, che ha dentro di sé un insopprimibile anelito alla
comunione-comunità e che ha bisogno degli altri per raggiungere la sua autentica
pienezza; un uomo, quindi, che allo stesso tempo è costruzione e costruttore
della propria e dell'altrui identità pur conservando dentro di sé il nucleo
profondo dell'unicità.
Possiamo
quindi affermare che l'uomo ha un aspetto sociale quindi è inserito in un
ambiente nel quale si trova continuamente a intessere rapporti con
gli altri. E' competente; ha cioè, la capacità di agire e di sentirsi
responsabile dei propri comportamenti e a partire dai propri comportamenti. E'
un essere corporeo e perciò situato su coordinate spazio-temporali e caratterizzato come
diverso da ogni altro.
È un
essere intelligente: capace, quindi, di coscienza critica e apertura ad un
mondo di valori e spirituale che valica se stesso. Ha una dimensione
affettiva, un suo mondo profondo e intrapsichico.
Ma
soprattutto egli è capace di libertà: l'uomo è ragionevole e, grazie alla
propria ragione, è in grado di compiere scelte responsabili e personali, ed
è capace di decidere di comportarsi moralmente ed in conformità alle norme e ai principi
vigenti nel gruppo umano cui appartiene.
Infine è
educabile sempre e comunque: è il polo che caratterizza la persona. L'uomo è in
grado di utilizzare le proprie esperienze per modificare se stesso in vista di uno sviluppo
sempre più armonico e integrato.
La
concezione della vita che si cerca di istillare nel giovane si basa su di un
sano realismo che ci fa comprendere come nell'esistenza umana niente
si dà invano e che tutto va conquistato attraverso la fatica e il sacrificio.
Per contro, come la vita stessa è il dono più grande ricevuto è essa stessa che
spinge verso il suo apprezzamento e la gratuità.
La tradizione
La
tradizione e quindi l'esperienza accumulata in più di cento anni dai Terziari
Cappuccini nel campo del recupero dei ragazzi con problemi. La Tradizione , lungi dal
costituire un freno alle eventuali innovazioni è, al contrario, punto solido ma
flessibile di confronto e fonte da cui continuamente attingere acqua fresca. Per noi la
tradizione è la storia che si fa memoria e vita vissuta.
Le dichiarazioni internazionali, le leggi e
la produzione scientifica di settore.
Dichiarazione
dei Diritti del Fanciullo II rispetto della produzione legislativa che riguarda
i minori e delle suggestioni che, di volta in volta, vengono da studi e progressi in
questo campo come dal contributo delle scienze dell'educazione.
A
titolo esemplificativo ricordiamo:
-
Dichiarazione
dei diritti del fanciullo
-
DPR 448/88
-
2. Un modo peculiare di educare: essere e
rigenerare.
Posto
che l'educabilità è ciò che caratterizza la persona umana, si tratta di trovare
un modo consono a questa concezione di uomo perché il processo educativo si inneschi.
"In
fin dei conti il responsabile principale del processo educativo è il soggetto
stesso in formazione; l'educatore non può far altro che porre le
condizioni necessarie o convenienti affinché egli possa e voglia agire in prima
persona".
L'educazione intesa come processo di
crescita che avvia l'uomo verso una vita in autonomia passa, quindi, al giovane
non per travaso o per imposizione ma attraverso contagio o impregnamento: per
iniziazione.
Intendiamo
riferirci, insomma, ad una particolare 'filosofìa dell'educazione' che vede la
crescita in umanità dell'educando come l'autentica creazione di una seconda natura che porta
a pienezza il suo essere; non sovrapposizione di nature, quindi, ma
ampliamento delle sue capacità e dei suoi spazi poietici. Tuttavia, poiché l'umano
- o se vogliamo, la pienezza dell'umano - si intuisce e si capisce solo
attraverso l'esperire umanità, il faticoso cammino che porta alla
creazione di questa seconda natura è sempre una "con-creazione".
Ci
piace riportare un racconto di Edoardo Galeano che ci sembra rappresenti bene,
attraverso la dinamica della intergenerazionalità, il paradosso
della "concreazione", il modo di intendere l'educazione come iniziazione e
l'importanza della tradizione:
“Sulle
rive di un altro mare si ritira un altro vasaio negli anni della vecchiaia. Gli si velano
gli occhi, gli tremano le mani, è arrivata la sua ora. Allora si compie la
cerimonia dell'iniziazione: il vasaio vecchio offre al vasaio giovane il suo
pezzo migliore. Così vuole la tradizione: l'artista che se ne va consegna il
suo capolavoro all'artista che è iniziato. Il vasaio giovane non conserva quel
vaso perfetto per contemplarlo e ammirarlo, ma lo butta per terra, lo rompe in mille
pezzi, raccoglie i pezzi e li incorpora alla sua argilla”.
La
convivenza quotidiana con i suoi piccoli e grandi drammi, con le sue gioie e le
sue incomprensioni, la dura fatica dell'acquisire e praticare quelle
che una volta si chiamavano virtù e che, forse a cuor leggero, sono state
messe da parte chissà per un eccessivo "odore di sacrestia", tutto
questo - vissuto in stretto contatto con gli adulti di riferimento e con
i pari - ha la capacità di instillare nel ragazzo un modo di vita praticabile nel
contesto in cui tornerà a vivere. Diciamo che Il Borgo non è il mare ma la
piscina dove si insegna e si impara a nuotare!
I
principi fondanti
Proponiamo
sotto forma di principi fondanti, quanto discorsivamente abbiamo esposto. In
realtà questi principi ispirano qualsiasi azione educativa in quanto tale; li
richiamiamo soltanto per ricordarci che, soprattutto in ambiti specifici, essi
vanno tenuti presenti onde evitare nocive settorialità.
Nella libertà e per la libertà.
In
educazione è permanente la tensione tra autorità e libertà. L’educatore sa che
entrambi gli elementi sono importanti e tratta di combinarli con equilibrio
poiché il giovane ha bisogno di sicurezza per agire e di libertà per maturare e
realizzarsi
L'ideale
del sistema pedagogico amigoniano è insegnare al giovane il buon uso della sua
libertà.
Essendo
la libertà uno dei doni più preziosi dell'uomo, si concede gradualmente nella
misura in cui il soggetto dimostri di saperla usare, lo si mette in condizione e lo si
aiuta a conquistare il suo totale
autogoverno.
II sistema pedagogico amigoniano esclude la
violenza in tutte le sue forme e le sue manifestazioni ed in particolare l'uso
di mezzi violenti e di sanzioni non proporzionate. Si preferisce unire la
prudenza e la discrezione alla fermezza, il tutto ammantato da un forte spirito
di paternità.
Autorità: stimoli e sanzioni
[MP.455-474]
Insieme alla libertà si contempla anche
l’autorità.
Per molti questa parola equivale a castigo;
è sinonimo di severità, durezza nel tratto, broncio e assenza di sorriso.
Niente di più sbagliato. L’autorità è al servizio del giovane; non ha come fine
costringere o uniformare la personalità ma promuovere il suo sviluppo.
Chi ha la responsabilità dell’autorità deve
segnalare norme, orientare, correggere e sanzionare, premiando ciò che è buono
e riprendendo ciò che buono non è. Abbiamo sempre presente che un educatore che
sovente fa ricorso a sanzioni non è buon educatore.
Gli stimoli:
La prima risorsa che usiamo è lo stimolo
mediante la dosificazione della libertà.
Gli stimoli usati nel nostro sistema sono la valutazione positiva,
nomina per incarichi di fiducia, passeggiate, uscite straordinarie.
“I giovani approfitta meglio di mezzi
stimolanti piuttosto che coercitivi per giungere al compimento degli incarichi
che sono loro assegnati”.
Le sanzioni:
Non sempre è sufficiente la disciplina
preventiva, in tutte le società si ricorre alla sanzione. Anche nella nostra.
Due condizioni indispensabili richiede la sanzione perché sia educativa
e non semplicmente punitiva: dev’essere riparativa e riparabile.
Riparativa: deve ristabilire l’ordine
morale rotto.
La riparazione di un danno materiale deve
essere materiale; a danni morali, sanzione morale.
Perché la sanzione sia riparativa deve essere fatta con calma e
ragionando: che il giovane riconosca la sua mancanza e accetti la sanzione che
per questa merita. La sanzione dev’essere breve, giusta, moderata e imposta con
serietà.
Mai si impone una sanzione senza esserne a
conoscenza; evitare le minacce che molto presto perdono di ogni credibilità.
Prima di sanzionare è necessario sapere se
la mancanza proviene da ignoranza, incapacità, dimenticanza o malizia ed agire,
quindi, di conseguenza.
Riparabile: il
giovane deve poter ristabilire la sua immagine qualora la sanzione l’abbia
compromessa. Se il suo buon comportamento, durante il compimento della sanzione
ce lo permette, questa si toglie. Una volta sanzionata una mancanza questa è
passata e non la si ricorda più.
Scientificità
È indispensabile, in primo luogo, conoscere a fondo il giovane da
educare analizzando complessivamente e sistematicamente ciascuno degli elementi integranti
la sua personalità. Bisogna, pertanto, realizzare una anamnesi attraverso
mezzi scientifici di studio della personalità finalizzata al raggiungimento
di un quadro sintetico il più esaustivo possibile della struttura della
personalità stessa. Ci preme, per un verso sottolineare la naturale
insondabilità dell'essere umano e mettere in guardia da qualsiasi mezzo che pretendesse un
suo inscatolamento dietro pretesa di scientificità mentre, per altri versi, si vogliono
bandire forme di "spontaneismo" che sconfinano nella commiserazione,
nella piaggeria o in un non meglio identificato "sentimento
d'amore" che tutto pretende risolvere e capire.
Un'autentica
scienza supporta un amore forte e tenero insieme.
Personalizzazione
Si
intende con questo "l'educazione su misura". Le caratteristiche
individuali variano notevolmente da persona a persona; pertanto anche i problemi
che ciascun ragazzo presenterà saranno diversi da quelli di un altro. Ciascuno
è portatore di risorse particolari e di problemi peculiari per l'educatore e
ogni risorsa reclama la sua giusta valorizzazione come ogni problema richiede la sua
soluzione adeguata e individualizzata. In considerazione della
dimensione sociale dell'uomo, punto di partenza è la costituzione, identificazione
e valorizzazione dell'individuo come persona nella sua identità di essere unico
e irripetibile.
Su di questo si basa il progetto individuale a cui afferisce ogni ragazzo.
Integralità
L'educazione
deve essere completa e riguardare tanto la sfera religiosa e morale, che della
volontà, fìsica e intellettuale, nonché professionale e sociale. Essa non deve
tralasciare niente di ciò che rinvigorisce e completa la personalità del
giovane. Tutti gli aspetti dell'educazione hanno una loro peculiare importanza.
Essa tende, quindi, alla formazione dell'uomo maturo, equilibrato e
responsabile.
Comunità
Sebbene l'aspetto sociale e di gruppo
sia già basilare in qualsiasi proposta educativa, soprattutto se rivolta a
giovani e come tale contemplato nel punto precedente preferiamo richiamarlo
tenendo ben presente che il "vivere insieme" ovvero il giusto modo di
vivere insieme è una delle carenze più grandi dei ragazzi cui ci si rivolge. Questo principio vuol mettere
in risalto come un’azione educativa in questo campo deve reggersi sul
principio della massima personalizzazione e della massima comunitarietà.
Innoffensività e miglioramento
Inoffensività
e miglioramento "costituiscono i due principi fondamentali di ogni
attività di servizio.
Infatti il
miglior servizio è quello che produce il minor danno possibile e nello stesso
tempo incrementa il valore di chi ne usufruisce".
Si
intende, con questo, aver presente che in ambito strettamente educativo va
considerata anche la possibilità del "rischio
educativo". Ci riferiamo alla possibilità reale che al ragazzo possa pervenire,
dalla permanenza
in comunità, un danno maggiore di quello che gli perverrebbe qualora
continuasse a rimanere nella situazione in cui si trova o gli fosse
proposta un'altra situazione o che, comunque, non trarrebbe i benefici
auspicati.
3.Le
direttrici
Perché
il processo educativo possa sortire i suoi effetti - oltre i principi fondanti
- deve essere costruito e condotto secondo delle direttrici convergenti che
costituiscono la maniera peculiare di accogliere l'ospite del Borgo sotto il profilo educativo.
Tradizionalmente
sono individuate in:
Familiarità
È un sano modo di intendere la naturale
asimmetria educativa basata sulla intergenerazionalità tra adulto e giovane.
Si basa
sulla interazione tra ragazzi e educatori attraverso rapporti relazionali e di
convivenza che si fondano su di un clima familiare di affetto, di vicinanza e di
amicizia. Direttrice quanto mai importante se si considera che una delle
caratteristiche della gioventù attuale è quella di vivere i rapporti con gli
altri in una sorta di dimensione virtuale secondo la quale il
"riconoscimento è scambiato per conoscenza".
Gradualità
Per
questo motivo si stabiliscono diverse fasi di trattamento e, all'interno di
ciascuna fase, un'azione pedagogica progressiva in modo da ottemperare sempre
alle esigenze della psicologia dell'età evolutiva e alle condizioni psicofìsiche del
ragazzo. 2.4.5 Dosatura (meglio dosaggio?)
II
trattamento deve essere dosato con saggezza ed equità in modo tale da non
travalicare per eccesso o per difetto le necessità del ragazzo; tenendo
conto delle capacità dello stesso, in ogni circostanza e in ogni momento,
regolando l'intensità dei passi educativi da compiere. Queste(??????) si
applicano
progressivamente
senza forzare i passi della maturazione psicologica e si tarano sulle
caratteristiche del ragazzo e alle sue possibilità di esiti educativi.
Prevenzione
Tenta
di prevenire nel giovane recidive e di incanalare, affermare ed irrobustire la
sua personalità. Gli incentivi come le eventuali sanzioni hanno la
funzione di appoggio, di sostegno preventivo, più che di coercizione; la sanzione suole
chiamarsi "prova educativa".
Terapeutica
Principio
peculiare della pedagogia amigoniana è far fronte a traumi, sanare deficienze,
compensare
carenze,
correggere disadattamenti. Questo compito si realizza all'esito della diagnosi
sulla personalità del giovane con l'applicazione delle misure
opportune richieste dal tipo di affezione emersa e dalla sua intensità.
Originalità e integrazione
Si vuol
intendere, anzitutto, la necessità di orientare le attenzioni del ragazzo in
una cornice che esalti la sua originalità pur nel contesto del normale vivere
sociale. L'azione educativa, infatti, è orientata al superamento dei suoi
aspetti defìcitari e non lo prepara a vivere nell'istituzione ma ad interagire
in modo
costruttivo e creativo con l’ambiente nel quale tornerà a vivere.
Ciò
vuol dire riconoscere a ciascun individuo il diritto a svilupparsi totalmente
nella società come qualsiasi altro, evitando l'emarginazione e preparandolo alla
sua crescita.
Resilienza
È un termine mutuato dal campo della
metallurgia e si riferisce alla particolare capacità che hanno i metalli di
mantenere intatta la loro struttura anche qualora fossero sottoposti a condizioni
estreme. In educazione indica anzitutto la capacità dell'uomo di non essere
determinato in assoluto dai vari contesti di vita e poi, soprattutto, la sua
capacità di sviluppo normale anche in condizioni sfavorevoli. Educare vorrà dire anche
fare appello alle capacità di resilienza che magari, per certe circostanze,
sono sopite. Ovvero "individuare e valorizzare la capacità del giovane ad
appoggiarsi sulle proprie risorse interiori per reagire in modo creativo di fronte ad una
situazione difficile".
Praticamente
indica “il partire dal positivo”, i trampolini da cui spiccare il salto.
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