venerdì 30 marzo 2012


IL PROGETTO “BORGO AMIGÓ”: L’IDEARIO

Con "Ideario" intendiamo riferirci agli orizzonti di senso, alle linee guida, ai fondamenti, agli obiettivi globali che ispirano e orientano l'agire educativo con i ragazzi che usufruiscono dei servizi offerti dal Borgo Amigó; in una parola è il basamento fìlosofìco e culturale sul quale poggia l'itinerario educativo.

1. I punti di riferimento

La concezione cristiana dell'uomo, della vita e del mondo

L’agire educativo non è neutro ma ha di mira delle proposte di vita che l’educando, nella sua libertà, potrà accettare o non accettare. E’ fondamentale, quindi, l'ideale di uomo che si propone! Ebbene l'idea di uomo che guida l'azione educativa al Borgo Amigò è quella cristiana. Un uomo che allo stesso tempo è finito (cioè con dei limiti imposti dalla sua natura) ma nello stesso tempo capace di trascendersi perché aperto all'infinito; un uomo in grado di riprogettarsi fino a raggiungere la sua realizzazione.
Un uomo, tuttavia, che ha dentro di sé un insopprimibile anelito alla comunione-comunità e che ha bisogno degli altri per raggiungere la sua autentica pienezza; un uomo, quindi, che allo stesso tempo è costruzione e costruttore della propria e dell'altrui identità pur conservando dentro di sé il nucleo profondo dell'unicità.
Possiamo quindi affermare che l'uomo ha un aspetto sociale quindi è inserito in un ambiente nel quale si trova continuamente a intessere rapporti con gli altri. E' competente; ha cioè, la capacità di agire e di sentirsi responsabile dei propri comportamenti e a partire dai propri comportamenti. E' un essere corporeo e perciò situato su coordinate spazio-temporali e caratterizzato come diverso da ogni altro.
È  un essere intelligente: capace, quindi, di coscienza critica e apertura ad un mondo di valori e spirituale che valica se stesso. Ha una dimensione affettiva, un suo mondo profondo e intrapsichico.
Ma soprattutto egli è capace di libertà: l'uomo è ragionevole e, grazie alla propria ragione, è in grado di compiere scelte responsabili e personali, ed è capace di decidere di comportarsi moralmente ed in conformità alle norme e ai principi vigenti nel gruppo umano cui appartiene.
Infine è educabile sempre e comunque: è il polo che caratterizza la persona. L'uomo è in grado di utilizzare le proprie esperienze per modificare se stesso in vista di uno sviluppo sempre più armonico e integrato.
La concezione della vita che si cerca di istillare nel giovane si basa su di un sano realismo che ci fa comprendere come nell'esistenza umana niente si dà invano e che tutto va conquistato attraverso la fatica e il sacrificio. Per contro, come la vita stessa è il dono più grande ricevuto è essa stessa che spinge verso il suo apprezzamento e la gratuità.


La tradizione

La tradizione e quindi l'esperienza accumulata in più di cento anni dai Terziari Cappuccini nel campo del recupero dei ragazzi con problemi. La Tradizione, lungi dal costituire un freno alle eventuali innovazioni è, al contrario, punto solido ma flessibile di confronto e fonte da cui continuamente attingere acqua fresca. Per noi la tradizione è la storia che si fa memoria e vita vissuta.


 Le dichiarazioni internazionali, le leggi e la produzione scientifica di settore.

Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo II rispetto della produzione legislativa che riguarda i minori e delle suggestioni che, di volta in volta, vengono da studi e progressi in questo campo come dal contributo delle scienze dell'educazione.
A titolo esemplificativo ricordiamo:
-          Dichiarazione dei diritti del fanciullo
-          DPR 448/88
-           

2. Un modo peculiare di educare: essere e rigenerare.

Posto che l'educabilità è ciò che caratterizza la persona umana, si tratta di trovare un modo consono a questa concezione di uomo perché il processo educativo si inneschi.
"In fin dei conti il responsabile principale del processo educativo è il soggetto stesso in formazione; l'educatore non può far altro che porre le condizioni necessarie o convenienti affinché egli possa e voglia agire in prima persona".
L'educazione intesa come processo di crescita che avvia l'uomo verso una vita in autonomia passa, quindi, al giovane non per travaso o per imposizione ma attraverso contagio o impregnamento: per iniziazione.
Intendiamo riferirci, insomma, ad una particolare 'filosofìa dell'educazione' che vede la crescita in umanità dell'educando come l'autentica creazione di una seconda natura che porta a pienezza il suo essere; non sovrapposizione di nature, quindi, ma ampliamento delle sue capacità e dei suoi spazi poietici. Tuttavia, poiché l'umano - o se vogliamo, la pienezza dell'umano - si intuisce e si capisce solo attraverso l'esperire umanità, il faticoso cammino che porta alla creazione di questa seconda natura è sempre una "con-creazione".
Ci piace riportare un racconto di Edoardo Galeano che ci sembra rappresenti bene, attraverso la dinamica della intergenerazionalità, il paradosso della "concreazione", il modo di intendere l'educazione come iniziazione e l'importanza della tradizione:
“Sulle rive di un altro mare si ritira un altro vasaio negli anni della vecchiaia. Gli si velano gli occhi, gli tremano le mani, è arrivata la sua ora. Allora si compie la cerimonia dell'iniziazione: il vasaio vecchio offre al vasaio giovane il suo pezzo migliore. Così vuole la tradizione: l'artista che se ne va consegna il suo capolavoro all'artista che è iniziato. Il vasaio giovane non conserva quel vaso perfetto per contemplarlo e ammirarlo, ma lo butta per terra, lo rompe in mille pezzi, raccoglie i pezzi e li incorpora alla sua argilla”.
La convivenza quotidiana con i suoi piccoli e grandi drammi, con le sue gioie e le sue incomprensioni, la dura fatica dell'acquisire e praticare quelle che una volta si chiamavano virtù e che, forse a cuor leggero, sono state messe da parte chissà per un eccessivo "odore di sacrestia", tutto questo - vissuto in stretto contatto con gli adulti di riferimento e con i pari - ha la capacità di instillare nel ragazzo un modo di vita praticabile nel contesto in cui tornerà a vivere. Diciamo che Il Borgo non è il mare ma la piscina dove si insegna e si impara a nuotare!

I principi fondanti

Proponiamo sotto forma di principi fondanti, quanto discorsivamente abbiamo esposto. In realtà questi principi ispirano qualsiasi azione educativa in quanto tale; li richiamiamo soltanto per ricordarci che, soprattutto in ambiti specifici, essi vanno tenuti presenti onde evitare nocive settorialità.

 Nella libertà e per la libertà.

In educazione è permanente la tensione tra autorità e libertà. L’educatore sa che entrambi gli elementi sono importanti e tratta di combinarli con equilibrio poiché il giovane ha bisogno di sicurezza per agire e di libertà per maturare e realizzarsi
L'ideale del sistema pedagogico amigoniano è insegnare al giovane il buon uso della sua libertà.
Essendo la libertà uno dei doni più preziosi dell'uomo, si concede gradualmente nella misura in cui il soggetto dimostri di saperla usare, lo si mette in condizione e lo si aiuta a conquistare il suo totale
autogoverno.
II sistema pedagogico amigoniano esclude la violenza in tutte le sue forme e le sue manifestazioni ed in particolare l'uso di mezzi violenti e di sanzioni non proporzionate. Si preferisce unire la prudenza e la discrezione alla fermezza, il tutto ammantato da un forte spirito di paternità.

 Autorità: stimoli e sanzioni [MP.455-474]

Insieme alla libertà si contempla anche l’autorità.
Per molti questa parola equivale a castigo; è sinonimo di severità, durezza nel tratto, broncio e assenza di sorriso. Niente di più sbagliato. L’autorità è al servizio del giovane; non ha come fine costringere o uniformare la personalità ma promuovere il suo sviluppo.
Chi ha la responsabilità dell’autorità deve segnalare norme, orientare, correggere e sanzionare, premiando ciò che è buono e riprendendo ciò che buono non è. Abbiamo sempre presente che un educatore che sovente fa ricorso a sanzioni non è buon educatore.

Gli stimoli:

La prima risorsa che usiamo è lo stimolo mediante la dosificazione della libertà.
Gli stimoli usati nel nostro sistema sono la valutazione positiva, nomina per incarichi di fiducia, passeggiate, uscite straordinarie.
“I giovani approfitta meglio di mezzi stimolanti piuttosto che coercitivi per giungere al compimento degli incarichi che sono loro assegnati”.

Le sanzioni:

Non sempre è sufficiente la disciplina preventiva, in tutte le società si ricorre alla sanzione. Anche nella nostra.
Due condizioni indispensabili richiede la sanzione perché sia educativa e non semplicmente punitiva: dev’essere riparativa e riparabile.

Riparativa: deve ristabilire l’ordine morale rotto.
La riparazione di un danno materiale deve essere materiale; a danni morali, sanzione morale.
Perché la sanzione sia riparativa deve essere fatta con calma e ragionando: che il giovane riconosca la sua mancanza e accetti la sanzione che per questa merita. La sanzione dev’essere breve, giusta, moderata e imposta con serietà.
Mai si impone una sanzione senza esserne a conoscenza; evitare le minacce che molto presto perdono di ogni credibilità.
Prima di sanzionare è necessario sapere se la mancanza proviene da ignoranza, incapacità, dimenticanza o malizia ed agire, quindi, di conseguenza.

Riparabile: il giovane deve poter ristabilire la sua immagine qualora la sanzione l’abbia compromessa. Se il suo buon comportamento, durante il compimento della sanzione ce lo permette, questa si toglie. Una volta sanzionata una mancanza questa è passata e non la si ricorda più.

 Scientificità

È indispensabile, in primo luogo, conoscere a fondo il giovane da educare analizzando complessivamente e sistematicamente ciascuno degli elementi integranti la sua personalità. Bisogna, pertanto, realizzare una anamnesi attraverso mezzi scientifici di studio della personalità finalizzata al raggiungimento di un quadro sintetico il più esaustivo possibile della struttura della personalità stessa. Ci preme, per un verso sottolineare la naturale insondabilità dell'essere umano e mettere in guardia da qualsiasi mezzo che pretendesse un suo inscatolamento dietro pretesa di scientificità mentre, per altri versi, si vogliono bandire forme di "spontaneismo" che sconfinano nella commiserazione, nella piaggeria o in un non meglio identificato "sentimento d'amore" che tutto pretende risolvere e capire.
Un'autentica scienza supporta un amore forte e tenero insieme.

Personalizzazione

Si intende con questo "l'educazione su misura". Le caratteristiche individuali variano notevolmente da persona a persona; pertanto anche i problemi che ciascun ragazzo presenterà saranno diversi da quelli di un altro. Ciascuno è portatore di risorse particolari e di problemi peculiari per l'educatore e ogni risorsa reclama la sua giusta valorizzazione come ogni problema richiede la sua soluzione adeguata e individualizzata. In considerazione della dimensione sociale dell'uomo, punto di partenza è la costituzione, identificazione e valorizzazione dell'individuo come persona nella sua identità di essere unico e irripetibile. Su di questo si basa il progetto individuale a cui afferisce ogni ragazzo.

Integralità

L'educazione deve essere completa e riguardare tanto la sfera religiosa e morale, che della volontà, fìsica e intellettuale, nonché professionale e sociale. Essa non deve tralasciare niente di ciò che rinvigorisce e completa la personalità del giovane. Tutti gli aspetti dell'educazione hanno una loro peculiare importanza. Essa tende, quindi, alla formazione dell'uomo maturo, equilibrato e responsabile.

Comunità

Sebbene l'aspetto sociale e di gruppo sia già basilare in qualsiasi proposta educativa, soprattutto se rivolta a giovani e come tale contemplato nel punto precedente preferiamo richiamarlo tenendo ben presente che il "vivere insieme" ovvero il giusto modo di vivere insieme è una delle carenze più grandi dei ragazzi cui ci si rivolge. Questo principio vuol mettere in risalto come un’azione educativa in questo campo deve reggersi sul principio della massima personalizzazione e della massima comunitarietà.

Innoffensività e miglioramento

Inoffensività e miglioramento "costituiscono i due principi fondamentali di ogni attività di servizio.
Infatti il miglior servizio è quello che produce il minor danno possibile e nello stesso tempo incrementa il valore di chi ne usufruisce".
Si intende, con questo, aver presente che in ambito strettamente educativo va considerata anche la possibilità del "rischio educativo". Ci riferiamo alla possibilità reale che al ragazzo possa pervenire, dalla permanenza in comunità, un danno maggiore di quello che gli perverrebbe qualora continuasse a rimanere nella situazione in cui si trova o gli fosse proposta un'altra situazione o che, comunque, non trarrebbe i benefici auspicati.

3.Le direttrici

Perché il processo educativo possa sortire i suoi effetti - oltre i principi fondanti - deve essere costruito e condotto secondo delle direttrici convergenti che costituiscono la maniera peculiare di accogliere l'ospite del Borgo sotto il profilo educativo.
Tradizionalmente sono individuate in:

Familiarità

È un sano modo di intendere la naturale asimmetria educativa basata sulla intergenerazionalità tra adulto e giovane.
Si basa sulla interazione tra ragazzi e educatori attraverso rapporti relazionali e di convivenza che si fondano su di un clima familiare di affetto, di vicinanza e di amicizia. Direttrice quanto mai importante se si considera che una delle caratteristiche della gioventù attuale è quella di vivere i rapporti con gli altri in una sorta di dimensione virtuale secondo la quale il "riconoscimento è scambiato per conoscenza".

Gradualità

Per questo motivo si stabiliscono diverse fasi di trattamento e, all'interno di ciascuna fase, un'azione pedagogica progressiva in modo da ottemperare sempre alle esigenze della psicologia dell'età evolutiva e alle condizioni psicofìsiche del ragazzo. 2.4.5 Dosatura (meglio dosaggio?)
II trattamento deve essere dosato con saggezza ed equità in modo tale da non travalicare per eccesso o per difetto le necessità del ragazzo; tenendo conto delle capacità dello stesso, in ogni circostanza e in ogni momento, regolando l'intensità dei passi educativi da compiere. Queste(??????) si applicano
progressivamente senza forzare i passi della maturazione psicologica e si tarano sulle caratteristiche del ragazzo e alle sue possibilità di esiti educativi.

 Prevenzione

Tenta di prevenire nel giovane recidive e di incanalare, affermare ed irrobustire la sua personalità. Gli incentivi come le eventuali sanzioni hanno la funzione di appoggio, di sostegno preventivo, più che di coercizione; la sanzione suole chiamarsi "prova educativa".

Terapeutica

Principio peculiare della pedagogia amigoniana è far fronte a traumi, sanare deficienze, compensare
carenze, correggere disadattamenti. Questo compito si realizza all'esito della diagnosi sulla personalità del giovane con l'applicazione delle misure opportune richieste dal tipo di affezione emersa e dalla sua intensità.

 Originalità e integrazione

Si vuol intendere, anzitutto, la necessità di orientare le attenzioni del ragazzo in una cornice che esalti la sua originalità pur nel contesto del normale vivere sociale. L'azione educativa, infatti, è orientata al superamento dei suoi aspetti defìcitari e non lo prepara a vivere nell'istituzione ma ad interagire in modo costruttivo e creativo con l’ambiente nel quale tornerà a vivere.
Ciò vuol dire riconoscere a ciascun individuo il diritto a svilupparsi totalmente nella società come qualsiasi altro, evitando l'emarginazione e preparandolo alla sua crescita.

 Resilienza

È un termine mutuato dal campo della metallurgia e si riferisce alla particolare capacità che hanno i metalli di mantenere intatta la loro struttura anche qualora fossero sottoposti a condizioni estreme. In educazione indica anzitutto la capacità dell'uomo di non essere determinato in assoluto dai vari contesti di vita e poi, soprattutto, la sua capacità di sviluppo normale anche in condizioni sfavorevoli. Educare vorrà dire anche fare appello alle capacità di resilienza che magari, per certe circostanze, sono sopite. Ovvero "individuare e valorizzare la capacità del giovane ad appoggiarsi sulle proprie risorse interiori per reagire in modo creativo di fronte ad una situazione difficile".
Praticamente indica “il partire dal positivo”, i trampolini da cui spiccare il salto.

Nessun commento:

Posta un commento